Dott. GIACOMO ZANON, Specialista in Ortopedia e Traumatologia
Clinica Ortopedica e traumatologica dell'Università.
Fondazione I.R.C.C.S. Policlinico San Matteo.
Formazione accademica
- Laurea in Medicina e Chirurgia all'Università degli studi di Milano nel 1996. -
- Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia all'università degli Studi di Pavia nel 2001. -
- Master Universitario di II Livello “La patologia degenerativa del ginocchio”, Universita’ del Molise, 2011. -
- European Travelling Fellowship Sigascot nel 2012. -
Dal 1.9.2000 Dirigente Medico di I Livello presso la Clinica Ortopedica e Traumatologica dell’Universita’ degli Studi di Pavia, Fondazione I.R.C.C.S. Policlinico San Matteo, Pavia.
Responsabile dell’Unità Operativa Semplice di Traumatologia dello Sport presso la Clinica Ortopedica dell’Università degli Studi di Pavia, Fondazione I.R.C.C.S Policlinico San Matteo.
Autore di circa 300 interventi\anno di chirurgia del ginocchio e traumatologia dello sport.
Attualmente Vice-Presidente del Comitato Sport della SIGASCOT
Dal 2012 al 2014 Membro del Comitato Cartilagine della SIGASCOT
Dal 2008 al 2012 Membro del Comitato Artroscopia della SIGASCOT
Autore di numerose pubblicazioni nazionali ed internazionali di chirurgia del ginocchio e traumatologia dello sport.
Relatore in numerosi corsi e congressi nazionali ed internazionali.
Teacher Nazionale nei corsi di Artroscopia e Chirurgia del Ginocchio.
Socio SIOT, SIGASCOT, ISAKOS, ESSKA
TRAUMATOLOGIA DELLO SPORT
Dal 1998 al 2002 membro della Commissione Medica della Federazione Italiana Sport Invernali (F.I.S.I.), settore Squadre Nazionali di Sci Alpino Maschile e Femminile con esperienza diretta di assistenza medica in allenamento e gare di Coppa del Mondo di Sci Alpino.
Dal 2002 al 2006, Consulente Ortopedico del Volley Belgioioso, Serie B1, campionato di Volley Femminile.
Nella stagione agonistica 2003-2004 Consulente Ortopedico del Basket Edimes Pavia, campionato serie A2.
Dal 2004 al 2009 Consulente Ortopedico Piacenza Football Club.
Dal 2010 al 2012 Consulente Ortopedico Genoa Football Club.
Responsabile Ambulatorio FIDAL presso il Centro Studi e Ricerche in Medicina e Traumatologia dello Sport, Policlinico San Matteo, Pavia.
Responsabile CTS Consorzio Universitario per la Riabilitazione Sportiva Agonistica (Co.R.S.A.), presso Campus Acquae, Pavia.
La caviglia dolorosa dello sportivo può essere spesso affrontata mediante chirurgia minivasiva artroscopica.
Le principali indicazioni ad un’artroscopia di caviglia sono:
sinoviti
conflitto anteriore
la patologia cartilaginea
L’artroscopia in questi casi, consente il corretto inquadramento e trattamento della patologia con una rapida ripresa elle attività sportive.
La chirurgia aperta della caviglia e del tendine d’Achille
Il tendine d’Achille una delle strutture più frequentemente coinvolte da patologia nello sportivo, specialmente nel runner.
Si tratta di una patologia che può interessare l’inserzione od il decorso del tendine, o entrambi.
L’inquadramento clinico e diagnostico corretto orienta la strategia conservativa o chirurgica. In caso di trattamento chirurgico, l’intervento viene eseguito “a cielo aperto”, tramite cioè incisione cutanea: la regolarizzazione dell’iperostosi calcaneare, le scarioficazioni od il trapianto muscolare, rappresentano le scelte chirurgiche più frequentemente adottate.
La caviglia instabile e dolorosa cronica può essere trattata chirurgicamente con successo mediante ricostruzione del comparto legamentoso laterale che può avvenire attraverso differenti tecniche chirurgiche, da adattare al tipo di instabilità.
Patologia del tendine d'Achille parte 1
Patologia del tendine d'Achille parte 2
Patologia del tendine d'Achille parte 3
Le tendinopatie
Le tendinopatie più frequenti in traumatologia dello sport coinvolgono:
il tendine d’Achille
il tendine rotuleo
gli ischio-crurali
Fallita la terapia conservativa, in tutte queste forme di tendinopatia può essere affrontato un intervento chirurgico di revisione tendinea per riportare il tendine alla performance desiderata.
Le fratture da stress
La frattura da stress si verifica quando un osso, in seguito ad un sovraccarico funzionale, si indebolisce sino a fratturarsi.
Il primo approccio nei confronti di questa patologia è sempre conservativo, portando nella maggior parte dei casi a guarigione dello stesso. Esistono situazioni in cui, purtroppo, l’osso non guarisce. In questi casi si può rendere necessario l’intervento chirurgico: le perforazioni ossee, la sintesi con chiodo, la stabilizzazione con placca sono le strategie a disposizione per portare a guarigione.
LA CHIRURGIA PROTESICA
La chirurgia protesica
La chirurgia protesica si rende necessaria in caso di artrosi dolorosa limitante le attività quotidiane. Esistono una serie di “preconcetti” sulla chirurgia protesica legati a:
durata
anestesia
complicanze
ripresa delle attività quotidiane.
Al giorno d’oggi la chirurgia protesica, pur essendo classificabile negli interventi di chirurgia maggiore per cui esistono complicanze generali e specifiche (infezioni, trombosi venosa su tutte), è una chirurgia di grande soddisfazione per il paziente che è in grado di migliorare la propria qualità di vita, eliminando il dolore e l’impotenza funzionale derivanti dal distretto corporeo colpito dall’artrosi. La fisioterapia viene iniziata in I giornata, la ripresa della deambulazione avviene in tempi rapidi, generalmente in II giornata post-operatoria mediante l’utilizzo di girello o stampelle, da utilizzare per circa 20-30 giorni. La fisioterapia viene proseguita per circa 30-40 giorni, in base ai risultati funzionali raggiunti. L’anestesia è generalmente periferica, l’anestesia generale non viene quasi mai utilizzata e le trasfusioni sono raramente necessarie.
La chirurgia protesica d’anca
La protesi d’anca è in grado di sostituire un’articolazione dolorosa e rigida con un’articolazione ben mobile su tutti i piani e che consente una deambulazione corretta.
La protesi d’anca è formata da 2 componenti:
il cotile ed il suo inserto: componente posizionata nel bacino
lo stelo femorale e la testina: posizionati nel femore
Le 2 componenti si articolano tra di loro, restituendo mobilità all’anca.
L’utilizzo di accoppiamenti (interfaccia testina-inserto) in ceramica garantiscono una durata dell’impianto prolungata nel tempo.
La chirurgia protesica minivasiva di ginocchio
In caso di artrosi conclamata, l’intervento di artroprotesi di ginocchio è la soluzione corretta.
La moderna chirurga protesica mininvasiva di ginocchio è in grado di restituire un’articolazione perfettamente funzionante, in tempi rapidi e con una confortevole gestione del periodo perioperatorio. La durata delle protesi moderne è di diversi anni, non sempre determinabile a priori.
La protesi può essere personalizzata: non è necessario sostituire tutta l’articolazione, ma solo la “parte malata”. In caso di artrosi diffusa è tutta l’articolazione da essere malata e dover essere sostituita ma esistono anche moltissime situazioni in cui un solo comparto del ginocchio risulta usurato: in queste ginocchia si potrà utilizzare una protesi monocompartimentale, con risparmio di tessuto osseo e con una riabilitazione molto semplice e veloce.
LA CHIRURGIA DEL GINOCCHIO
La chirurgia artroscopica del ginocchio
Attraverso la visione diretta fornita da una telecamera, è possibile valutare appieno l’articolazione in esame ed orientare il trattamento più opportuno.
L’artroscopia rende possibile il trattamento di patologie quali:
le lesioni legamentose di crociato anteriore e posteriore
le lesioni meniscali
le patologie della rotula
le patologie della cartilagine
le patologie della membrana sinoviale
L’artroscopia in questi casi, consente il corretto inquadramento e trattamento della patologia con una rapida ripresa elle attività sportive.
La ricostruzione del legamento crociato anteriore e posteriore
La lesione del legamento crociato anteriore (LCA) è una delle lesioni più frequenti nel mondo sportivo agonistico e dilettantistico.
La moderna ricostruzione del LCA è possibile per via artroscopica: a parte l’incisione cutanea necessaria per il prelievo del tendine più opportuno (semitendini, rotuleo, quadricipitale), il posizionamento e la fissazione del neo-legamento vengono effettuate per via mininvasiva.
Questa strategia chirurgica consente un’anestesia periferica, un buon controllo del dolore ed una riabilitazione rapida e semplice, favorita da schemi di riabilitazione ben codificati.
La ripresa sportiva varia, generalmente, dai 4 ai 6 mesi, in relazione al tipo di sport praticato ed al tipo di trapianto utilizzato.
La ricostruzione del legamento crociato posteriore (LCP), è molto simile a quella del LCA anche se ne differisce dal punto di vista riabilitativo poiché la ripresa delle attività sportive e tendenzialmente più lunga.
La patologia meniscale
Avere un “menisco rotto” non significa necessariamente dover essere operati o dover rimuovere un menisco (meniscectomia).
Ci sono lesioni meniscali che possono essere riparate mediante una o più suture meniscali, consentendo di fatto la guarigione del menisco. Si tratta di lesioni recenti, in soggetti giovani in zone del menisco che hanno una capacità riparativa prevedibile.
Le lesioni su base degenerativa od in soggetti “over 40” vanno rimosse nel caso in cui siano dolorose, instabili e non accompagnate da segni di usura cartilaginea.
La ripresa da una meniscectomia è solitamente molto rapida, consentendo in pochi giorni la riresa delle normali attività quotidiane, ed in poche settimane di quelle sportive.
Un’altra possibilità è quella di sostituire il menisco, in casi ben selezionati, mediante un trapianto meniscale o con menischi di origine sintetica.
Rimozione menisco
Rimozione menisco parte 2
Sutura meniscale
La patologia cartilaginea
La cartilagine è un tessuto senza vasi e senza nervi, si tratta quindi di un tessuto che possiede scarse capacità riparative: la cartilagine quindi, non ricresce.
Nell’affrontare un problema cartilagineo quindi, bisogna porre attenzione al ginocchio nella sua globalità, al fine di fornire l’indicazione chirurgica più appropriata.
Diverse sono le strategie di trattamento:
le microfratture: la stimolazione dell’osso subcondrale genera un tessuto cicatriziale con caratteristiche simil-cartilaginee
il trapianto di cartilagine
l’utilizzo di membrane condrogeniche: l’utilizzo di questi scaffold, svolge il ruolo di “impalcatura” per la crescita di tessuto di riparazione
Importante in queste ginocchia, considerare l’asse dell’arto inferiore, onde non dover aggiungere anche una correzione dello stesso (osteotomia), per ottimizzare il trattamento sulla patologia cartilaginea
La chirurgia aperta del ginocchio
In caso di lesioni acute e croniche dei legamenti collaterali o nelle instabilità rotatorie secondarie a loro lesioni, la procedura chirurgica non è più artroscopica poiché si tratta di strutture anatomiche extrarticolari, cioè non all’interno dell’articolazione.
La strategia chirurgica quindi, non è più artroscopica, ma artrotomica attraverso una chirurgia “a cielo aperto” con cui è possibile sia riparare che ricostruire l’apparato legamentoso danneggiato.
La displasia dell’articolazione femoro-rotulea è una delle patologia più frequenti e di difficile gestione poichè lo “scivolamento” della rotula sul femore (tracking femoro-rotuleo) può essere alterato per una serie numerosa di cause. Il corretto inquadramento della causa, orienta verso il trattamento più corretto, molto spesso a cielo aperto. La correzione può essere legamentosa (lussazioni recidivanti) oppure delle deformità ossee.
La chirurgia protesica minivasiva del ginocchio
In caso di artrosi conclamata, l’intervento di artroprotesi di ginocchio è la soluzione corretta.
La moderna chirurga protesica mininvasiva di ginocchio è in grado di restituire un’articolazione perfettamente funzionante, in tempi rapidi e con una confortevole gestione del periodo perioperatorio. La durata delle protesi moderne è di diversi anni, non sempre determinabile a priori.
La protesi può essere personalizzata: non è necessario sostituire tutta l’articolazione, ma solo la “parte malata”. In caso di artrosi diffusa è tutta l’articolazione da essere malata e dover essere sostituita ma esistono anche moltissime situazioni in cui un solo comparto del ginocchio risulta usurato: in queste ginocchia si potrà utilizzare una protesi monocompartimentale, con risparmio di tessuto osseo e con una riabilitazione molto semplice e veloce.
Innovazione
LA PROFESSIONE MEDICA, RICHIEDE UN AGGIORNAMENTO CONTINUO ED ASSIDUO PER OTTIMIZZARE I RISULTATI DELLE TECNICHE CHIRURGICHE.
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Solamente il confronto scientifico e la conoscenza dei nuovi orizzonti della scienza medica possono migliorare la pratica quotidiana. Da qui la partecipazione attiva a diverse società scientifiche quali Sigascot, Siot, Isakos ed ESSKA
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